Quella strana palla ovale

VENEZIA – Cosa convince un ragazzo a snobbare il calcio per il rugby? «Forse è quella strana palla ovale. Il rispetto che ti tiene la tifoseria avversaria. La competizione, ma mai la rabbia. E’ davvero un’altra atmosfera». Tommaso Mingati bazzicava con altri ragazzi la giovanile del Venezia-Mestre, a metà degli anni ‘90. Ventenni con la passione del rugby. Lo sport degli uomini gentili. Poi si sono persi, chi a finire l’università, chi al lavoro, chi fuori città. Lui, ad esempio, è diventato un artigiano del vetro per illuminazione.
Si sono rivisti per caso dopo quasi dieci anni. Ora sono una delle migliori squadre amatoriali e domani festeggiano il primo anniversario di uno stadio tutto loro, a due passi da Forte Gazzera. Puteiveci, si sono chiamati. «In realtà ho scoperto cos’è il rugby solo dopo aver lasciato la giovanile – ci racconta Davide Diliberto, trentacinquenne, impiegato pubblico –  Mi mancava il fatto di stare assieme. Ecco perché abbiamo ripreso». Qualcuno ha tentato di farne una professione? «C’è chi ha fatto qualche esperienza in serie C. Ma è dura. Il passaggio da giovanile a “prima squadra” è molto difficile, più che nel calcio. C’è un investimento fisico durissimo».
Manuel Donadon è il più giovane del gruppo. Anche lui nelle giovanili del Venezia-Mestre fino ai 14 anni. Poi, nel 2007, ha raggiunto gli altri, «dapprima ogni tanto, poi una volta la settimana e a giocare davvero».  Ora ha 27 anni, architetto, sta facendo pratica in uno studio: «E’ una bellissima esperienza – dice – ora dobbiamo prepararci per la prima sfida contro il Castelfranco, per il 14 ottobre».
I Puteiveci infatti hanno scoperto di avere un gran talento. E hanno cominciato a farsi strada nei campionati amatoriali. A maggio di quest’anno, la svolta: primo posto nel torneo di dodici squadre di tutto il nord Italia. «E così siamo riusciti ad agganciare anche un buono sponsor, Alilaguna. E abbiamo potuto comprarci una muta di maglie decenti».
Intanto, da un anno hanno un vero campo da gioco in via Forte Gazzera. Già solcato dall’Olimpia Gazzera-Chirignago, i Puteiveci lo hanno affittato e rimesso a nuovo, compresa una club-house dove ritrovarsi per il famoso “terzo tempo”, cioè una pasta, una birra, e un po’ di chiacchiere. Nessun finanziamento pubblico: ognuno ha messo una quota di tasca propria e tante ore di lavoro volontario. Lo hanno intitolato a Umberto Levorato, detto Lollo, giocatore della Benetton, stella della nazionale e poi allenatore.
Anche i Puteiveci hanno un trainer. Emiliano Codato fa il preparatore atletico pure per il Casale sul Sile, che gareggia in B. «A parte il talento di alcuni – dice – è lo spirito di gruppo che mi ha impressionato. E’ il loro punto forza, quello che cercano i team di professionisti». A loro ormai si sono aggiunti in più di 50, dai 17 ai 40 anni. Festeggeranno domani alla Gazzera, con partita e grigliata, a partire dalle 18 (ed è meglio prenotarsi). Prima, alle 16, verrà presentato il nuovo progetto di mini-rugby (alle ore 16), per i baby giocatori dai 6 ai 12 anni, attivati con la Polisportiva Bissuola, che ha già raccolto una cinquantina di iscrizioni. Nuove sfide? «Avere una squadra tutta al femminile».

Corriere del Veneto

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